«Mastella associato alla cultura della mafia? Ho dato mandato di querelare Carlo Calenda. Questo pariolino viziato che gioca a fare il bulletto mediatico non può permettersi di associare il mio nome e la mia storia politica alla mafia. Mentre lui giocava a fare il figlio di mammà, io ho combattuto senza sconti la criminalità organizzata, da ministro della Giustizia. Calenda non capisce nulla di politica, ma non pensavo fosse pure un maestro di maleducato e diffamante dileggio. Ci vedremo in tribunale». Così il sindaco di Benevento Clemente Mastella risponde ai giornalisti che gli hanno chiesto di commentare il post di Carlo Calenda in merito alla composizione delle liste di Renzi con Emma Bonino, in cui il leader di Azione scrive: «Non ha alcun senso portarsi dietro, sia pure per interposta persona, Cuffaro, Cesaro e Mastella. La cultura della mafia è l'opposto dei valori europei».
«Se Calenda studiasse al posto di fare l'odiatore social - aggiunge Mastella che è anche leader di Noi di Centro - saprebbe che da cattolico sono stato fautore e diretto protagonista di storiche battaglie care alla cultura radicale.
«Renzi ha miracolato il pariolino con cariche importanti come quella di Ambasciatore e ministro sottraendolo dall'anonimato cui era destinato. Calenda ha ripagato Renzi con perfidia e ingratitudine. Per me resta il ragazzotto cui affidavo le mie segnalazioni per il Cis di Nola: disse che mi avrebbe querelato ma non lo fece, perché è la verità. Stavolta non basterà l'intercessione di un avvocato comune amico che mi chiese con insistenza di ritirare la querela, ho il dovere di portarla avanti e non arretrerò di un millimetro per rispetto alla mia famiglia, alla mia etica e ai miei elettori», conclude Mastella.