Marcianise, vertenza Jabil e corteo con il sindaco: «Consiglio davanti al sito»

Mobilitazione per sensibilizzare i politici in attesa del vertice al Mimit

La manifestazione dei lavoratori della Jabil
La manifestazione dei lavoratori della Jabil
di Franco Agrippa
Giovedì 9 Maggio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 08:45
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Hanno voluto manifestare per le strade di Marcianise nel giorno della festa patronale i lavoratori della Jabil che hanno nuovamente ribadito il loro secco no alla decisione dell’azienda manifestata nell’ultima riunione al Mimit, lo scorso 30 aprile, di voler lasciare l’Italia e il sito di Marcianise. Una mobilitazione che non conosce soste, con il presidio permanente fuori i cancelli, il corteo di ieri e il presidio, organizzato per domani davanti alla sede di Confindustria Caserta per sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto la politica. Quella nazionale, con i parlamentari del territorio che hanno sempre confermato il pieno appoggio ai lavoratori e ieri erano assenti, forse perché impegnati nelle campagne elettorali per le europee, e che finora non ha prodotto fatti concreti.

Quella locale, con il sindaco Antonio Trombetta, i suoi assessori e i consiglieri di entrambi gli schieramenti che, dopo un documento di solidarietà nei confronti dei lavoratori Jabil approvato in Consiglio, ieri hanno voluto partecipare al corteo a fianco dei 420 dipendenti della multinazionale americana che rischiano di perdere il posto di lavoro.

L’obiettivo dei lavoratori e dei sindacati è di coinvolgere concretamente istituzioni e politici, in vista del 27 maggio, quando si terrà sulla vertenza Jabil un nuovo incontro al Mimit e fare in modo che insistano sulla necessità e l’opportunità di convincere la Jabil a restare a Marcianise.

Al termine della marcia, partita dalla rotonda dell’ex Siemens e terminata in piazza Umberto I, il sindaco con i consiglieri ha ricevuto in Comune una delegazione delle rappresentanze sindacali.

«I lavoratori ci hanno chiesto - dice Trombetta - di organizzare un Consiglio aperto fuori i cancelli della Jabil, invitando le personalità politiche del territorio, ai quali vorrebbero chiedere di presentare un’interrogazione parlamentare circa il loro destino. Non si rassegnano all’idea che Jabil possa andare via se opportunamente motivata e incentivata. Quindi credo che vogliano fare delle proposte in tal senso cogliendo delle opportunità».

Presenti anche i vertici provinciali della Cgil e Fim, Fiom, Uilm e Fialms. «Una decisione intollerabile - hanno ribadito i rappresentanti di Cgil e Fiom commentando la decisione di Jabil di abbandonare Marcianise - e che condannerebbe il territorio ad una spietata e immeritata desertificazione industriale. Non riteniamo che sia accettabile che l’ennesima multinazionale, dopo aver acquisito tecnologie e professionalità del territorio, lo abbandoni, né abbiamo trovato convincente la modalità con cui il ministero e Invitalia ci hanno parlato di prospettive di reinsediamento, visti anche i fallimentari precedenti ancora irrisolti».

Eppure, non si tratta di uno stabilimento con produzioni obsolete, ma con dei professionisti d’eccellenza in settori di cui l’Italia ha assoluta necessità, quale transizione digitale, energetica e green economy».

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Apprezzato l’intervento al corteo dei politici locali. «La partecipazione del sindaco e del Consiglio alla manifestazione è un segnale importante, ma è necessario che Regione e Governo - hanno detto - stabiliscano strategie per impedire l’abbandono del territorio da parte dell’azienda, considerando che l’elettronica è un settore per niente in crisi e che Caserta costituisce in termini di professionalità e di storia, un luogo strategico che necessita di una visione industriale e di un piano di sviluppo credibile e di lungo periodo, salvaguardando il perimetro occupazionale che vede coinvolti 420 addetti.

Continueremo a batterci con i lavoratori con tutti gli strumenti che abbiamo, non è accettabile che il nostro territorio sia segnato da un destino di abbandono produttivo in cui gli unici strumenti a disposizione siano ammortizzatori sociali e incentivi a soggetti senza prospettive industriali».

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