Lazio, cure efficaci e diagnosi tempestive: diminuiscono del 30% le morti per infarto

Lazio, cure efficaci e diagnosi tempestive: diminuiscono del 30% le morti per infarto
di Camilla Mozzetti
Giovedì 30 Maggio 2019, 22:05
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Diagnosi più tempestive, cure ed interventi chirurgici più efficaci regalano al Lazio un risultato importante: a livello regionale negli ultimi anni è diminuita la cosiddetta mortalità evitabile. Un esempio su tutti: sull'intero territorio si sono registrati 800 decessi in meno per infarto. E' questo uno dei dati del "P.Re.Val.E. 2019", il programma regionale di valutazione degli esiti degli interventi sanitari nel Lazio presentato dall'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, dal direttore del dipartimento di Epidemiologia del Lazio, Marina Davoli e dal numero uno della direzione regionale Salute e integrazione socio-sanitaria, Renato Botti.

Dal rapporto si evince, ad esempio, come tra il 2012 e il 2018 la proporzione di interventi entro due giorni per fratture del collo del femore in pazienti over 65, è progressivamente aumentata, passando dal 31% al 58%. Una variazione che si è tradotta in circa 1.650 interventi in più rispetto al 2012, eseguiti tempestivamente ogni anno negli ultimi 4 anni, per un totale, in tutto il periodo 2013-2018, di 8.650 persone in più operate tempestivamente. Analogalmente sono migliorate le condizioni di vita per chi è stato colto da un infarto. Nell'ultimo anno sono stati registrati circa 10mila ricoveri per infarti acuti del miocardio e la mortalità a 30 giorni dal ricovero è passata dal 10% del 2012 al 7% del 2018, che tradotto in numeri, ha fatto registrare circa 180 decessi per infarto in meno ogni anno negli ultimi 4 anni rispetto al 2012 per un totale di circa 800 decessi in meno in tutto il periodo 2013-2018.

E' un Lazio in cui migliorano le cure, si riducono le diseguaglianze. «Rimangono delle eterogeneità nei territori e nelle singole aziende che devono essere recuperate abbiamo sicuramente un miglioramento nel tasso di mortalità inferiore alla media nazionale soprattutto su alcune aree come il cardiovascolare che ha portato alla riduzione del 30 per cento del tasso per chi ha l'infarto - spiega l'assessore D'Amato - Bisogna proseguire ancora in un lavoro di omogeneizzazione e miglioramento, soprattutto nelle province: questo sarà il lavoro dei prossimi anni». 

C'è dell'altro: come i risultati raggiunti nella lotta al tumore della mammella. Il Lazio è stata la prima regione, nel 2015, ad adottare le linee guida sulle "Breast Unit" del ministero della Salute che cita tra i requisiti il superamento di 150 interventi chirurgici all'anno. Quelli svolti per tumore alla mammella sono passati dal 63% nel 2012 al 73% nel 2018, mentre la proporzione di intervento ricostruttivo della mammella simultaneo all’intervento di asportazione del tumore è passata dal 48% del 2015 al 56% del 2018. 

«Infine, per la prima volta abbiamo una inversione di tendenza per quanto riguarda la mobilità. Nell'ultimo anno il Lazio ha avuto 9mila ricoveri più - conclude il responsabile della Sanità regionale - nel saldo tra mobilità attiva e passiva rispetto agli anni passati. Era un tallone di Achille, ma c'è stata una netta inversione di tendenza che speriamo di poter consolidare».



 
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