«Ha ridotto significativamente l'assunzione di cibo nel modello murino - ha riferito Paul Pfluger, autore senior dello studio - e, di conseguenza, siamo stati in grado di determinare una perdita media di circa il dieci percento del peso corporeo in una settimana». Indagando sulle cause, sono stati in grado di dimostrare che il celastrolo attiva specificamente i centri di sazietà nel cervello, che svolgono un ruolo centrale nel controllo del peso corporeo.
«Normalmente, le persone perdono il senso di sazietà perché il corrispondente ormone leptina non funziona più.
Il celastrolo ripristina la sensibilità alla leptina e da qui il senso di sazietà» commenta Katrin Pfuhlmann, prima autrice.- Non è ancora chiaro in che misura i risultati possano essere confermati anche negli esseri umani, ma i ricercatori sono fiduciosi, poiché «l'ormone della sazietà nell'uomo e il topo sono quasi identici». Stempera gli entusiasmi Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid): «Si tratta - spiega - di dati molto preliminari, che, come quelli di simili studi che indagano altre sostanze deputate a questo scopo, non hanno una rilevanza clinica a breve-medio termine. Per i i pazienti obesi la modifica degli stili di vita, con dieta e attività fisica, resta il primo consiglio».