Sovrappeso o obeso un italiano su due, 24% dei bambini è oversize

Sovrappeso o obeso un italiano su due, 24% dei bambini è oversize
Sovrappeso o obeso un italiano su due, 24% dei bambini è oversize
Martedì 9 Aprile 2019, 15:49 - Ultimo agg. 17:27
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Italiani sempre più grassi. Nel nostro Paese ben il 46% degli adulti (over18), ovvero oltre 23 milioni di persone, e il 24,2% tra bambini e adolescenti (6-17 anni), vale a dire 1 milione e 700mila persone, è in eccesso di peso. Questi ultimi soprattutto se residenti nel Sud del Paese (31,9%).


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È la preoccupante fotografia scattata dall'Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation nella prima edizione dell'Italian Obesity Barometer Report, realizzato in collaborazione con Istat e presentato a Roma. Secondo il rapporto, in generale le donne mostrano un tasso di obesità inferiore (9,4%) rispetto agli uomini (11,8%).

Ancora più marcata è la differenza tra i bambini e adolescenti, di cui il 20,8% delle bambine è in eccesso di peso rispetto al 27,3% dei maschi. Il rapporto, realizzato con il patrocinio del ministero della Salute, dell'Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e di numerose società scientifiche, con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, conferma come l'eccesso di peso sia un problema molto diffuso soprattutto al Sud e nelle Isole; in particolare tra i più giovani, dove sono ben il 31,9 e 26,1% rispettivamente i bambini e gli adolescenti in eccesso di peso, rispetto al 18,9% dei residenti del Nord-Ovest, il 22,1% del Nord-Est e il 22% del Centro. Va ricordato che l'obesità e il sovrappeso sono la seconda causa evitabile di tumori dopo il fumo.

Tra gli adulti, le diseguaglianze territoriali sono meno marcate: il tasso di adulti obesi varia dall'11,8% al Sud e nelle Isole, al 10,6 e 10,2 % nel Nord-Est e Nord-ovest rispettivamente, fino all'8,8% del Centro. Anche per la sedentarietà emerge un forte 'gap' territoriale Nord-Sud. Fatta eccezione per la Sardegna, nella maggior parte delle regioni meridionali e insulari più di un terzo dei giovani non pratica né sport né attività fisica e le percentuali più elevate si rilevano in Sicilia (42%), Campania (41,3%) e Calabria (40,1%). 

«Possiamo ormai considerare l'obesità un'emergenza sanitaria, con serie conseguenze per gli individui e la società in termini di riduzione sia dell'aspettativa sia della qualità della vita, e notevoli ricadute economiche. È diventata ormai necessaria un'attenzione specifica da parte dei decisori politici, affinché considerino in tutta la sua gravità questo fenomeno
» - spiega Renato Lauro, presidente Ibdo Foundation. 
  «Oltre alla differenza di diffusione dell'obesità tra Nord e Sud Italia, si riscontra un divario anche tra zone rurali e centri urbani: la percentuale più elevata di persone obese, pari al 12% - emerge dal rapporto - si rileva nei piccoli centri sotto i 2 mila abitanti, mentre nei centri dell'area metropolitana tale quota scende all'8,8%. Tuttavia, dal 2001 al 2017, gli incrementi più elevati nelle prevalenze dell'obesità si sono osservati proprio nei centri delle aree metropolitane (da 6,8% a 8,8%) e nelle loro periferie (da 8,2 a 10,9%). 
«Oltre alle disuguaglianze territoriali, un importante ruolo lo gioca il livello di istruzione. Un elevato titolo di studio rappresenta un fattore protettivo per l'obesità. Nel 2017, l'obesità interessa solo il 6,6% dei laureati, mentre sale al 14,2% tra coloro che hanno conseguito al più la licenza media - osserva Roberta Crialesi, dirigente del Servizio Sistema integrato salute, assistenza, previdenza e giustizia di Istat - Inoltre, analizzando il fenomeno dell'eccesso di peso in relazione ad alcune informazioni che si riferiscono al contesto familiare, si osservano prevalenze più elevate tra i bambini e ragazzi che vivono in famiglie in cui il livello di istruzione dei genitori è più basso, passando dal 18,5% di quelli con genitori che hanno conseguito un alto titolo di studio, al 29,5% di quelli i cui genitori hanno un basso titolo di studio». 

Secondo Paolo Sbraccia, vice presidente Ibdo Foundation e professore ordinario di Medicina Interna dell'Università Tor Vergatàdi Roma che ha coordinato l'Italian Obesity Barometer Report: «L'obesità va considerata una vera e propria malattia cronica recidivante che causa molteplici complicanze disabilitanti e mortali; tra queste il diabete tipo 2, l'ipertensione arteriosa, la dislipidemia, la cardiopatia ischemica, l'insufficienza respiratoria con sindrome delle apnee notturne, l'osteoartrite solo per citare le principali.

Più di recente è emerso che l'obesità causa un numero elevato di neoplasie, che interessano prevalentemente, ma non solo, l'apparato gastrointestinale. Si calcoli - prosegue - che negli Stati Uniti circa il 40% di tutti i tumori si associa all'eccesso ponderale. Tutto ciò si traduce in una riduzione dell'aspettativa di vita di circa 10 anni e a una riduzione dell'aspettativa di vita in buona salute di circa 20 anni».

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