Anche se questi 'orologi' cellulari sono autonomi, devono essere sincronizzati. Tra la varietà di cellule immunitarie nell'intestino, il team ha scoperto che quelle linfoidi innate di tipo 3 (ILC3), che aiutano a combattere le infezioni e controllano l'integrità dell'epitelio intestinale, erano particolarmente sensibili ai cambiamenti dei geni di questo 'orologio' interno. Il loro numero diminuiva sensibilmente quando il normale ritmo circadiano veniva interrotto. Andando alla ricerca delle cause, gli studiosi hanno compreso che alle cellule mancava una sorta di 'etichetta', un 'codice di avviamento' molecolare.
Per localizzarsi nell'intestino, infatti, le ILC3 devono esprimere una proteina che funziona come un codice postale molecolare.
Questa 'etichetta' indica loro dove 'migrare'. In assenza degli input circadiani del cervello, non sono in grado di raggiungere la loro destinazione. Secondo Henrique Veiga-Fernandes, autore principale della ricerca, i risultati chiariscono perché la salute dell'intestino venga compromessa in chi è abitualmente attivo durante la notte. «Durante il periodo attivo - sottolinea - l'orologio circadiano del cervello riduce l'attività delle ILC3 al fine di promuovere un metabolismo lipidico sano. Ma l'intestino potrebbe essere danneggiato durante l'alimentazione, quindi l'orologio circadiano del cervello indica loro di tornare».