Cancro, scoperta a Napoli: basta un fascio di luce per individuare le cellule tumorali nel sangue

Dopo la validazione in successivi studi preclinici e clinici, il metodo potrà essere utilizzato

Le ricercatrici del Cnr
Le ricercatrici del Cnr
Venerdì 10 Febbraio 2023, 12:30 - Ultimo agg. 12:32
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Un fascio di luce per individuare le cellule tumorali nel sangue, che causano metastasi, ma finora difficili da vedere e eliminare con i farmaci. La nuova tecnologia anti-cancro è stata messa presentata in un articolo scientifico sulla rivista Frontiers in bioengineering and biotechnology e realizzata dai ricercatori dell’Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale ‘Salvatore’ (Cnr-Ieos) e all’Istituto di scienze applicate e sistemi intelligenti (Cnr-Isasi) di Napoli.

Tra i firmatari dello studio, Alberto Luini, del Cnr-Iesos, che spiega: «Le cellule tumorali hanno la capacità di assimilare grandi quantità di glucosio, fino a dieci volte più velocemente di quanto facciano le cellule normali. Abbiamo utilizzato la microscopia Raman per studiare l’assorbimento delle molecole di glucosio da parte delle cellule tumorali e osservare il loro metabolismo. Si tratta di un sistema di radiazione laser con il quale vengono illuminate le molecole, che ci permette di identificarle in maniera univoca, senza utilizzare particolari marcature». In particolare, aggiunge la sua collega Chiara De Luca: «Abbiamo dimostrato che la capacità delle cellule tumorali di assorbire il glucosio più velocemente determina l'accumulo di lipidi in forma di goccioline, diversamente da quanto accade, per esempio, con i leucociti, le cellule sane del sangue.

Questo ci fornisce un parametro affidabile per distinguere le cellule tumorali da quelle del sangue».

Come? «Per individuare le goccioline lipidiche con tempistiche simili a quelle di uno screening rapido, abbiamo combinato la microscopia Raman con l’imaging olografico in polarizzazione (PSDHI). Questa tecnica di imaging permette di identificare la morfologia delle cellule e mappare le proprietà birifrangenti delle goccioline lipidiche. Siamo così riusciti a distinguere le cellule tumorali nel sangue dai leucociti in pochi secondi, con un’affidabilità vicina al 100%», rivela Maria Antonietta Ferrara, ricercatrice del Cnr-Isasi.

Si capisce che quest'approccio pone le basi per lo sviluppo di un nuovo metodo di isolamento delle cellule tumorali, semplice e universalmente applicabile. «La raccolta e la coltura in vitro delle cellule tumorali nel sague, inoltre, ci consente di esaminare le loro caratteristiche genetiche e biochimiche e valutare la sensibilità a farmaci specifici», afferma Giuseppe Coppola, ricercatore del Cnr-Isasi. 

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Decisivo il sostegno di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e della Regione Campania. Dopo la validazione in successivi studi preclinici e clinici, il metodo potrà essere utilizzato per lo screening, la diagnosi, la selezione della terapia e il monitoraggio della progressione delle patologie tumorali e delle eventuali recidive.

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