Sanità, lezioni in corsia per 70mila bambini

Sanità, lezioni in corsia per 70mila bambini
Domenica 9 Dicembre 2018, 17:55
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Permette a studenti con gravi malattie di seguire le lezioni nonostante il ricovero e aiuta ad affrontare cure spesso lunghe e pesanti. A frequentare la la scuola in ospedale, lo scorso anno, sono stati quasi 70.000 bimbi e ragazzi, un numero in crescita. Questo servizio, sottolinea il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Marco Bussetti, è «un elemento di eccellenza che contraddistingue il nostro sistema scolastico» e che «vogliamo potenziare e far crescere ancora. Lo faremo con nuovi canali di finanziamento e più insegnanti». Molto spesso, alle difficoltà dovute alle terapie e alla malattia, si aggiunge anche quella di dover interrompere gli studi ed essere isolati dai propri amici.

Per questo è nato il Servizio della Scuola in Ospedale. Grazie a 740 docenti e 200 sezioni ospedaliere, presenti in tutta Italia (soprattutto in Lombardia, Campania, Lazio, Liguria e Sicilia), durante l'anno scolastico 2017/18 ben 69.290 studenti, dalla materna in su, hanno potuto studiare in corsia. Nel 2015-2016 erano stati 62.204, nel 2016-17 58.049 e ad aumentare in particolare, sono quelli delle scuole superiori, passati dai 4000 degli anni precedenti a 6.000. Si tratta per lo più di malati oncologici, che frequentano scuole con indirizzi e livelli diversi. Le lezioni quindi non sono standard ma 'cucite su misura' e scandite dagli orari delle terapie. Per i medici stessi è un supporto nelle cure. «I bambini affetti da tumore - spiega Antonio Ruggiero, primario di Oncologia Pediatrica del Policlinico Gemelli Irccs di Roma - sono impegnati in un percorso fatto di ricoveri che durano mesi. Frequentare la scuola facilita la permanenza in ospedale e li rende più pronti a ricevere terapie spesso pesanti. Per le loro famiglie significa, inoltre, continuare a investire nel futuro». A insegnare sono docenti veri e propri, che devono avere sensibilità e flessibilità per adattarsi alle difficoltà dei pazienti.

«La scuola in ospedale aiuta lo studente a mantenere i contatti con i compagni e ne favorisce l'integrazione in classe una volta uscito. Per questo facciamo anche verifiche e le nostre valutazioni vengono recepite dagli istituti di provenienza, facendo sì che abbia una pagella completa», spiega Daniela Di Fiore, che insegna italiano e storia al Gemelli e che ha raccontato la sua esperienza nel libro 'Ragazzi con la Bandanà (Infinito Edizioni, 2015). A fare il punto sulle novità in arrivo in materia, una conferenza di servizio a cui hanno partecipato il Miur, i referenti degli Uffici Scolastici Regionali e i dirigenti scolastici delle Scuole Polo: è in corso l'aggiornamento delle linee guida nonché a procedura di assegnazione delle risorse destinate al potenziamento delle azioni disviluppo e coordinamento nazionale, incluso il funzionamento di un portale nazionale ad hoc e un registro elettronico per i docenti ospedalieri. «Garantire a tutti gli alunni colpiti dalla malattia il diritto alla cura, ma anche all'istruzione - ha sottolineato Bussetti - è un segno di civiltà oltre che di cultura».
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