Morbillo, Lazio boom: aumento del 50%, in calo i casi a livello nazionale

Morbillo, Lazio boom: aumento del 50%, in calo i casi a livello nazionale
di Valentina Arcovio
Sabato 1 Giugno 2019, 08:50
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Non siamo neanche a metà del 2019 e nel Lazio i casi di morbillo sono numerosi quanto quelli registrati nella regione in tutto il 2018. Da gennaio ad aprile, infatti, sono stati segnalati ben 245 casi a fronte dei 261 registrati nel Lazio in tutti i 12 mesi dello scorso anno. In pratica, in questi primi 4 mesi c'è stato un aumento di oltre il 50% dei contagi rispetto allo stesso periodo nel 2018. L'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanità (Iss) non è affatto confortante, anche se a livello nazionale il totale dei contagi in questi primi 4 mesi è inferiore rispetto allo stesso periodo nel 2018: 864 casi a fronte dei 1.258 del 2018. Il picco quest'anno sembra esser stato ad aprile con 299 casi. La Lombardia è la seconda regione, dopo il Lazio, con più contagi (233), segue l'Emilia Romagna (144). Le uniche regioni morbillo «free» dall'inizio dell'anno a fine aprile sono state Valle d'Aosta e Basilicata, cui seguono la Sardegna con un caso e le provincie autonome di Trento e Bolzano con due. Nel 32,6% dei casi totali c'è stata almeno una complicanza, tra cui anche due casi di encefalite.
IL CAMBIAMENTO
«Il dato certamente più eloquente è l'aumento dell'età media dei contagiati, salita dai 27-28 ai 30 anni», segnala Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Iss. «Sono persone che non si sono mai vaccinate - continua - e che probabilmente non hanno mai pensato di farlo. Eppure, dovrebbero, perché a 30 anni il rischio complicanze aumenta. Vale la pena ricordare che il vaccino per il morbillo nel nostro paese viene offerto gratuitamente a tutti». Anche se l'Italia è uno dei paesi dove l'emergenza morbillo è alta, il problema supera i confini nazionali e riguarda tutta l'Europa.
L'EUROPA
Secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) dal 1 gennaio 2016 al 31 marzo 2019 nell'Ue si sono registrati 44.074 casi, con una media nell'ultimo anno di 1 milione di persone colpite. Negli ultimi 10 anni nell'Ue si sono registrati oltre 144mila casi, e succedute epidemie che hanno coinvolto più paesi. Nel 2019 sono stati segnalati finora 3.841 casi di morbillo. Il problema continua ad essere la bassa copertura vaccinale: nel 2017 solo quattro nazioni avevano raggiunto la soglia del 95%, contro 14 Paesi nel 2007. Il numero di bambini e ragazzi non vaccinati per il morbillo nell'Unione Europea, tra il 1999 e 2019, ha raggiunto quota 4,5 milioni. In Italia si stima che siano oltre 1 milione i bambini e adolescenti non immuni. Il problema è che i contagi si diffondono da un Paese all'altro della Ue, tanto che, sempre nel triennio 2016-2019, quasi la metà dei casi (43%) è stata «importata» da uno Stato membro con una copertura vaccinale bassa e in cui era in atto una epidemia di morbillo.
L'ESPORTAZIONE
L'Italia è uno dei paesi che più ha esportato casi ad altri paesi europei: tra il 2016 e 2019 si stima che siano stati 81. Valore che ci pone al secondo posto dopo la Romania (253), e prima di Germania (36) e Francia (33). Secondo l'Ecdc finché la copertura vaccinale rimarrà sotto i minimi ottimali le lacune immunitarie resteranno una minaccia per la salute a livello transfrontaliero in tutta la Ue. La situazione non è migliore negli Stati Uniti dove sono quasi mille i casi di morbillo registrati quest'anno, il numero più elevato da 25 anni.

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