«I compiti sono stati assegnati, in alcuni casi non sono stati pochi, ma ormai - dice Farnetani, da anni fiero oppositore degli esercizi da fare nei giorni di pausa scolastica - il ritorno in classe è alle porte, dunque per chi è rimasto indietro suggerisco una bella giustificazione da mettere nella calza. Bambini e ragazzi recupereranno il lavoro a scuola, senza troppi problemi. È inutile bruciare l'ultima giornata di festa su libri e quaderni».
Via libera invece alla calza, di ogni tipo: «Quella industriale è esteticamente più godibile, forse, ma un pò massificata. Consiglio sempre di personalizzarla con qualche pensiero magari luccicante o rosso, che è il colore preferito dai bambini».
Quanto alle altre C, «il cioccolato nella calza sta benissimo, è ricco di grassi 'buonì, un pò calorico ma i bambini non ne mangeranno troppo: dopo un pò infatti, come dicono loro, 'stuccà.
Inoltre l'Epifania è anche l'ultimo giorno di vacanza, per la dieta sana c'è tempo fino al giorno dopo - concede il pediatra - Il carbone invece è un'inutile aggiunta, che lascia l'amaro in bocca al bambino, anche se è di zucchero». Fino a che età preparare la calza? «Non c'è un limite: fino a otto anni i bambini credono alla Befana, poi arrivano i dubbi, infine scoprono il ruolo di mamma, papà e nonni. Ma è sempre bello - assicura Farnetani - sapere che i nostri cari hanno pensato a noi e ci hanno preparato una sorpresa, anche se piccola. Ecco perché dico che non devono esserci limiti di età per fare e ricevere la calza: i nonni, oltre ai nipotini, possono pensare anche ai propri figli», conclude Farnetani. «E sono sicuro che anche nonno e nonna gradirebbero trovarne una, da aprire e gustare in famiglia».