Perde l'uso del braccio e ne costruisce uno bionico che risponde al suo cervello. Ma gli esperti non gli credono

Perde l'uso del braccio e ne costruisce uno bionico che risponde al suo cervello. Ma gli esperti non gli credono
Giovedì 28 Gennaio 2016, 20:21 - Ultimo agg. 29 Gennaio, 10:55
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E’ stato definito “cyborg” e “Iron man” dalla stampa indonesiana. Si chiama Wayan Sumardana, ha 31 anni, fa il saldatore nel villaggio Nyuhtebel in Karangasem, nell’est della provincia di Bali ed è il protagonista di una storia che ha dell’incredibile.

Quando una mattina di sei mesi fa Wayan si è accorto di non avere più la sensibilità al braccio sinistro è andato subito dal medico per capire cosa gli stesse accadendo. «Il dottore mi ha detto che non capiva cosa avessi e mi ha consigliato di rivolgermi a uno sciamano – ha raccontato il giovane alla giornalista della Bbc Christine Franciska – ma anche lo sciamano, dopo avermi visitato, si è arreso».

Dopo due mesi senza poter lavorare, Wayan frustrato e senza soldi invece di arrendersi ha un’idea. Da sempre appassionato di ingegneria elettronica, senza una laurea ma con un diploma all’istituto tecnico, decide di costruire una macchina per far funzionare il suo braccio. I pezzi li prende da vecchi frigoriferi, televisori, ventilatori e altri elettrodomestici che ripara abitualmente nel suo laboratorio. Mette insieme ingranaggi, ruote dentate, una batteria al litio, diversi componenti elettronici di recupero ed ecco che riesce a creare il suo braccio bionico ispirato ai film di robot che guardava affascinato da bambino. Un braccio funzionante che gli permette di riacquistare la mobilità perduta e tornare a lavorare.

Dal piccolo villaggio la voce dell’uomo dal braccio bionico si diffonde rapidamente facendo arrivare giornalisti e curiosi ma anche scienziati e funzionari del governo balinese interessati a capire il funzionamento dell’invenzione del giovane saldatore.

Dal suo laboratorio con elettrodomestici accatastati, pile di rifiuti, bottiglie di plastica e polli che girano intorno, Wayan spiega che il macchinario, dotato di una fascetta metallica collegata al resto dell’imbracatura, funziona grazie a un segnale inviato dal suo cervello che permette al braccio di muoversi. «E’ semplice, chiunque può realizzarlo, non è un’idea così brillante», aggiunge.

Mentre nel suo villaggio è già acclamato come un genio e un eroe, gli esperti hanno manifestato forti dubbi sul funzionamento dell’apparecchio. «E’ una struttura robotica ma ci sono diversi componenti mancanti. Ha una struttura meccanica ed elettrica ma non ha nessuna codifica che può permettere alla macchina di riconoscere un comando. Come può funzionare?», si chiede Wayan Widiada, esperto in ingegneria meccanica dell’Udayana University di Bali.

Una risposta scientifica ancora non c’è. Per capirne il funzionamento bisogna abbandonare lo scetticismo e addentrarsi nelle credenze spirituali e mistiche della cultura balinese. Wayan giura che senza la sua invenzione il suo braccio resta inerme e riesce a muovere solo parzialmente tre dita della mano sinistra. Quando indossa il braccio bionico, invece, riesce a muoverlo perfettamente. «E’ come se fossi posseduto – afferma Wayan – e per usarlo serve una grande concentrazione, dopo 4 ore che lo indosso sono sfinito».
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