Tumori nel Lazio, ecco tutti i numeri: trentamila casi l’anno, più della metà a Roma

A svettare è la Asl 2, dove se ne sono contati 7.164. A seguire, la 1 (con 5.436) e poi la 3, che mette insieme anche Fiumicino (con 3.424 casi)

La sala operatoria di Otorinolaringoiatria
La sala operatoria di Otorinolaringoiatria
di Giampiero Valenza
Domenica 5 Maggio 2024, 05:40
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Dei 30.982 casi di tumore che sono stati diagnosticati nel Lazio nel 2022, poco più della metà (15.597) riguardano persone residenti a Roma. A svettare è la Asl 2, dove se ne sono contati 7.164. A seguire, la 1 (con 5.436) e poi la 3, che mette insieme anche Fiumicino (con 3.424 casi). Il cancro della mammella è il più frequente (2.358), seguono quelli al colon (1.771), al polmone (1.574), alla prostata (1.568) e alla vescica (1.165). Poi, tutti gli altri.

IL PIANO

Lo scorso anno la Regione ha approvato la sua nuova rete oncologica con l’accompagnamento del paziente direttamente all’uso di servizi integrati in relazione alle diverse fasi del trattamento. In Regione ci sono già quattro reti “di patologia” stabilite per la lotta alle forme di cancro alla mammella, al polmone, al colon-retto e alla prostata.

Proprio quest’anno, secondo il piano di programmazione della rete ospedaliera, è prevista la predisposizione dei Pdta, i Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali, modelli specifici che permettono, attraverso linee guida ben definite, di garantire i Lea, i Livelli essenziali di assistenza. Per fare questo l’amministrazione Rocca ha deciso di mettere in campo un programma a breve, medio e lungo termine. La prima fase passa anche attraverso il Piano della rete ospedaliera che riordina l’offerta di reparti e posti letto, andando a potenziare le strutture lì dove serve. Nella cura regionale c’è l’incremento dell’oncologia all’ospedale di Colleferro, dei servizi di chemioterapia all’ospedale di Subiaco, lo sviluppo dell’oncologia del Dono Svizzero di Formia, della Terapia oncologica a Sora e Anagni. E lo sviluppo della psiconcologia.

IL FUTURO

Tutto questo, in attesa dello sviluppo della nuova mappa regionale della rete ospedaliera e che potrebbe rafforzare alcuni percorsi assistenziali anche nella lotta ai tumori. Dopo il 2026 le nuove strutture di Latina, del Golfo (quindi, dell’area di Formia e Gaeta), di Rieti, del Tiburtino e di Acquapendente, contribuiranno alla rete. Senza contare, poi, il progetto del nuovo Policlinico Umberto I, le cui progettualità sono ancora in corso di valutazione e che poi porteranno alla nascita della nuova “casa” del celebre ospedale (e storico) della Capitale.

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