Bimbo sbranato dai pitbull a Eboli, ancora paura a Campolongo: un pitbull ringhia a un neonato, bloccato dai vigili

Il cane senza padrone e privo di microchip è stato bloccato e condotto in una struttura

Il pitbull che ha ringhiato contro i turisti a Eboli
Il pitbull che ha ringhiato contro i turisti a Eboli
di Paolo Panaro
Martedì 30 Aprile 2024, 04:20 - Ultimo agg. 11:59
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Sfiorata la tragedia ieri a Campolongo, alla periferia di Eboli. Un pitbull marrone si è avvicinato ringhiando a un gruppo di turisti stranieri, cinque persone, che stavano sorseggiando il caffè dinanzi a un bar a ridosso della litoranea e li ha terrorizzati.

I turisti sono fuggiti via, il cane subito dopo ha raggiunto un passeggino in cui c’era un neonato. Il pitbull ha ringhiato e ha annusato la carrozzina: fortunatamente sono subito intervenuti i genitori del bimbo che hanno afferrato il passeggino e sono fuggiti via.

Poi, il cane inferocito è fuggito verso la pineta. I gestori del bar non hanno temporeggiato e subito dopo l’episodio hanno allertato la polizia municipale di Eboli. I vigili urbani, diretti dal comandante Mario Dura, appena hanno ricevuto la richiesta di pronto intervento, si sono recati in litoranea insieme ai veterinari dell’Asl di Salerno: è scattata la caccia al pitbull.

Dopo qualche minuto il cane è stato individuato e bloccato dall’accalappiacani e dai vigili urbani ed è stato rinchiuso in furgone dell’Asl ed è stato condotto in una struttura a Capaccio.

L’episodio è accaduto in litoranea, poco lontano da dove una settimana fa due pitbull hanno ucciso il piccolo Francesco Pio, di appena tredici mesi. Dopo i primi accertamenti, i veterinari hanno appurato che il pitbull che stava per aggredire i turisti era denutrito: sul corpo aveva ferite causate da percosse e forse anche da scontri e combattimenti con altri cani. Il pitbull ovviamente non aveva il microchip, che è ormai obbligatorio per legge come per tutti i cani.

La polizia municipale è ancora al lavoro per individuare chi aveva in custodia il cane.

È inverosimile che possa trattarsi di un randagio. È più plausibile che invece l’animale sia stato abbandonato in litoranea nei giorni successivi alla tragedia, tenuto conto che la polizia municipale sta intensificando i controlli per evitare altri spiacevoli incidenti.

L’unica certezza è che il pitbull che ha terrorizzato i turisti ieri dinanzi al bar a ridosso della spiaggia giovedì sera scorrazzava per strada prima della fiaccolata in memoria del piccolo Francesco Pio e ha tagliato la strada ad alcuni automobilisti correndo verso la pineta e inseguendo altri cani randagi.

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Oltre ai pitbull che hanno ucciso Francesco Pio in litoranea, a Campolongo, ce ne sono altri liberi e altrettanto pericolosi.

C’è il sospetto che in litoranea ci sia un allevamento di pitbull che faccia diventare gli animali ancora più feroci per affrontare combattimenti legati a scommesse clandestine. Per il momento questa è solo un’ipotesi e dovrà essere compito degli investigatori scoprire l’eventuale centro di allevamento di cani di sicuro illegale. Intanto, il primo cittadino di Eboli, Mario Conte ha ribadito che saranno effettuati controlli più capillari in tutta la città per evitare agli spiacevoli episodi. «Chi non custodisce i cani pericolosi e non rispetta le regole – ha detto il sindaco Conte – deve essere punto e sanzionato».

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