Il sogno degli italiani? È riuscire a dormire: i disturbi e l'aumento del consumo di integratori

Nel nostro Paese sono 13,4 milioni le persone che soffrono di disturbi legati al sonno, con serie ripercussioni sul breve e lungo periodo

Il sogno degli italiani? È riuscire a dormire: i disturbi e l'aumento del consumo di integratori
Il sogno degli italiani? È riuscire a dormire: i disturbi e l'aumento del consumo di integratori
di Valentina Arcovio
Mercoledì 17 Aprile 2024, 10:27
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Altro che «aprile, dolce dormire». Nel nostro Paese, secondo i dati dell’Associazione italiana medicina del sonno, ci sono la bellezza di 13,4 milioni di persone che soffrono di disturbi legati al sonno. Sono quindi numerosissimi gli italiani che di notte fanno fatica a chiudere occhio e che poi al mattino si svegliano più stanchi di prima. Dopo una notte in bianco ci si ritrova ad affrontare un nuovo giorno con la mente annebbiata, tanto nervosismo e una grande stanchezza. Con ripercussioni non solo immediate, sullo studio, sul lavoro o sulle relazioni sociali, ma anche sul lungo periodo con un rischio aumentato di problemi cardiovascolari o neurologici, per citarne qualcuno. «Chi non riposa bene durante le ore notturne – spiega Claudio Mencacci, presidente della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf) e direttore emerito di psichiatria all’ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano – non solo non sarà in piena forma neanche di giorno, ma a lungo andare potrà sviluppare delle vere e proprie patologie. La deprivazione di sonno ha un impatto negativo sulle funzioni cognitive, sulla capacità di attenzione e concentrazione, sulle condizioni cardiache, immunologiche e metaboliche».

LA QUALITÀ

Investire su una buona qualità del sonno oggi significa dunque investire sulla propria salute futura. «Il sonno è una necessità irrinunciabile per l’essere umano», sottolinea Mencacci.

E, rispetto al passato, gli italiani sembrano esserne ben più consapevoli, anche se ancora fanno ben poco sul fronte degli stili di vita. I nostri connazionali tenderebbero infatti a scegliere la via più facile, come dimostra il vertiginoso aumento dei consumi di integratori alimentari dedicati al sonno. Stando a una recente analisi elaborata da Integratori & Salute su dati New Line riferiti al canale Farmacia, negli ultimi 10 anni, nel nostro Paese, le vendite in volume di integratori alimentari legati al benessere mentale e ai problemi legati al sonno sono aumentate del 155%. In particolare, nel 2023, in Italia sono state vendute 9,6 milioni di confezioni di integratori per disturbi legati al sonno e per il benessere mentale (vs. 3,8 milioni di confezioni del 2013), per un valore di 146 milioni di euro. Questo aumento della domanda è stato inoltre amplificato dall’impatto della pandemia da Covid-19, che ha causato un aumento significativo dei problemi legati al sonno e all’ansia nella popolazione. Si tratta di una pesante eredità che ancora oggi affligge moltissimi italiani. Sono tante e diverse le molecole naturali su cui gli italiani hanno deciso di puntare per combattere i problemi di sonno: dalla classica melatonina al ginkgo biloba fino al resveratrolo o ai cosiddetti «attivatori delle sirtuine», proteine prodotte dal nostro organismo e che sembrano avere effetti benefici anche contro i disturbi del sonno. Tuttavia, gli integratori non sono una panacea e non possono, da soli, cancellare con un colpo di spugna i disturbi del sonno.

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L’IGIENE

Occorre anche fare molta attenzione agli stili di vita. Gli specialisti del sonno concordano nel ritenere fondamentale una corretta «igiene del sonno», che comprende in primis una dieta sana, specie prima di andare a letto. Si raccomanda infatti un pasto leggero almeno 2-3 ore prima di coricarsi. Meglio evitare anche cibi grassi e/o speziati che potrebbero disturbare il sonno. Un’altra buona pratica è quella di stabilire una routine fissa, con orari di addormentamento e risveglio regolari. E poi evitare l’utilizzo di smartphone, tablet, computer e simili prima di andare a letto, in quanto possono disturbare il sonno allungando il periodo di addormentamento e favorendo frequenti risvegli notturni. Infine, si raccomanda una buona attività fisica. Un recente studio pubblicato sulla rivista BMJ Open ha dimostrato che fare esercizio fisico regolarmente 2 o 3 volte alla settimana riduce il rischio di insonnia e aumenta la capacità di dormire le 6-9 ore di sonno raccomandate ogni notte. Benefici, quest'ultimi, che però si perdono qualora si ritornasse a diventare sedentari. L’importante è comunque evitare che l’insonnia si cronicizzi. Per questo non bisogna esitare di rivolgersi a uno specialista per risolvere il problema.

LE TERAPIE

Tante le opzioni terapeutiche oggi disponibili: dalla terapia cognitivo comportamentali fino ai trattamenti farmacologici con le benzodiazepine e i farmaci cosiddetti Z, tra cui zolpidem, zaleplon e zopiclone e l’eszoplicone. «Tra le terapie, da qualche tempo, abbiamo anche daridorexant, che agisce ostacolando gli effetti del neuropeptide orexina, importante stimolatore dello stato di veglia prodotto dall’ipotalamo», afferma Mencacci, il quale sottolinea che «nessun farmaco può sostituirsi completamente a un corretto stile di vita nel promuovere una buona qualità del sonno». 

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