La sfida di Pupi Avati: «Racconterò Croce tra fiction e docufilm con un biopic»

Ancora segreto il nome del protagonista: sarà un attore teatrale napoletano

Sergio Castellitto, che impersona Boccaccio, con Pupi Avati sul set di “Dante”
Sergio Castellitto, che impersona Boccaccio, con Pupi Avati sul set di “Dante”
di Alessandra Farro
Sabato 27 Aprile 2024, 06:58
3 Minuti di Lettura

Dopo Dante, Benedetto Croce: Pupi Avati si prepara a girare un biopic sul filosofo, prodotto dalla Rai con Minerva Production. Le riprese del docufilm, che sarà interamente girato a Napoli, set principale Palazzo Filomarino, dove al secondo piano abitava il filosofo, partiranno alla fine di maggio.
«La parte di ricostruzione storica si svolgerà a casa di Croce, ricreando una cena durante le festività natalizie con tutta la sua famiglia: il genero, la moglie, le quattro figlie e il suo miglior amico Gino Doria», spiega il regista. «Si tratterà dell’ultimo Natale dello scrittore, vicino alla morte. Voglio ripercorrere soprattutto le vicende umane che l’hanno segnato», spiega l’ottantacinquenne regista bolognese.


Croce conobbe il dolore fin dall’infanzia.

A 17 anni perse entrambi i genitori e la sorellina nel terremoto di Casamicciola. Dopo 20 anni di convivenza morì la sua prima compagna. Si fidanzò con una seconda donna, da cui ebbe un figlio, che perse a pochi anni dalla nascita. Nonostante le sofferenze e la solitudine, riuscì a dedicarsi sempre agli studi: i genitori gli avevano lasciato delle proprietà terriere, che gli permisero il lusso di studiare senza dover lavorare.

«Un docufilm sul filosofo non è mai stato realizzato prima, ho controllato», continua Avati. «Non tratteggerò il suo profilo seguendo le complesse pieghe della sua filosofia, che non possono essere raccontate attraverso il mezzo cinematografico, parlerò dell’uomo più che del pensatore. Del suo coraggio più che dei suoi studi e delle sue teorie. Don Benedetto si pose in una posizione precisa e pericolosa, durante la dittatura fascista, e proprio per l’autorevolezza intellettuale con cui la difendeva, Mussolini se ne è sempre tenuto alla larga. Come i suoi sgherri, che pure una notte fecero irruzione nel suo appartamento, sconquassando mobili e arredo».

Le scene a casa del filosofo saranno intervallate da immagini di repertorio – le poche che Avati è riuscito a reperire tra l’istituto Luce e gli archivi Rai –, dalla ricostruzione delle testimonianze dei protagonisti della cena, che parleranno del filosofo e dei loro rapporti familiari, e dalla consulenza più preziosa, quella di Benedetta Craveri, nipote di Croce, figlia di Elena, l’unica parente in vita che possa ricordarsi del filosofo, anche se l’ha conosciuto da bambina.

Video

A interpretare Benedetto Croce sarà un attore teatrale napoletano, dall’identità che Pupi vuole mantenere ancora top secret: «Napoli è molto prolifica nel senso artistico, per cui sapevo di andare sul sicuro giocando a casa del filosofo», conclude Avati. «Croce ha una fisicità facilmente riconoscibile, ma non mi sono soffermato su questo per la scelta dell’attore: avevo bisogno di qualcuno che avesse la sua stessa profondità nello sguardo, quella onniscienza che si celava nei suoi occhi, e Napoli, ovviamente, mi ha accontentato come tutte le volte, dandomi il protagonista perfetto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA