Costiera amalfitana, regole rigide sugli approdi: il Tar boccia il ricorso delle compagnie

Per i giudici del Tar Salerno prevale l'esigenza di sicurezza ma in Costiera amalfitana è caos: gli armatori bloccano le agevolazioni per i residenti

Un aliscafo
Un aliscafo
di Mario Amodio
Venerdì 10 Maggio 2024, 06:10 - Ultimo agg. 08:19
4 Minuti di Lettura

Il Tar di Salerno ritiene prevalenti i criteri di sicurezza sia delle persone che dei mezzi in navigazione e respinge le domande cautelari delle compagnie marittime che avevano fatto ricorso alla giustizia amministrativa contro il nuovo regolamento accosti varato dalla Capitaneria di Porto di Salerno. Si complica lo scenario legato ai trasporti marittimi nel golfo di Salerno e in particolare negli approdi della Costiera Amalfitana che fungono da valvola di sfogo alla statale 163. Già, perché le nuove disposizioni contestate dinanzi al Tar dalle compagnie di navigazione Alicost e Travelmar, rappresentate e difese dagli avvocati Lorenzo Lentini, Ugo Santucci e Giovanni Torre, rischiano di generare ripercussioni su talune corse e sull’utenza delle vie del mare. In particolare residenti e lavoratori che potrebbero vedersi revocate, così come minacciato a margine della riunione in Prefettura della settimana scorsa, le agevolazioni sui costi dei biglietti.

«Lo faremo a partire dal 1° giugno alla luce dell’ordinanza del Tar - annuncia Andrea Gambardella, amministratore delegato di Travelmar - Ora faremo opposizione al Consiglio di Stato e comunicheremo al prefetto che se le condizioni resteranno quelle previste dal regolamento accosti l'unico modo per ridurre i flussi sarà quello di eliminare tutte le forme agevolative per residenti e pendolari e raddoppiare le tariffe ordinarie praticate dal 1° giugno».

Una decisione questa che se confermata avrà effetti devastanti sulla mobilità incidendo non poco sull’utenza.

Ed è proprio questo che si intende scongiurare. Ora, dopo la mancata intesa della scorsa settimana, si dovrebbe riaprire una nuova fase di mediazione per evitare che le conseguenze ricadano sui fruitori delle vie del mare. L’ipotesi, già paventata lo scorso 2 maggio, venne congelata in attesa del pronunciamento del Tar. Infatti, sia il prefetto che il presidente della conferenza dei sindaci, che si è speso in queste settimane per tracciare una linea mediana utile a contemperare le esigenze di tutti, chiesero agli armatori di temporeggiare. Ora l’unica possibilità per evitare il peggio sarà quella di trovare un’intesa.

Ma il problema sicurezza, così come evidenziato anche dal presidente della commissione regionale trasporti, Luca Cascone, riguarda anche le aree portuali perché se si ammassano tantissime persone il problema si porrà su come smaltirle. Comunque sia, gli armatori avevano impugnato dinanzi al Tar il dispositivo in riferimento ai dimensionali imposti per l’attracco nei porti di Cetara e Maiori, fissati, rispettivamente, in 27 e 23 metri. Un particolare che preoccupa non poco le istituzioni locali interessate al potenziamento delle vie del mare. Già, perché l’utilizzo di imbarcazioni più piccole con una minor capienza di passeggeri può comportare, infatti, un’inevitabile riduzione del servizio. Soprattutto sulla linea intercostiera per effetto delle limitazioni imposte nel porto di Maiori.

Video

A prevalere per ora è la linea della Capitaneria così come hanno stabilito i giudici della prima sezione (Salvatore Mezzacapo presidente, Fabio Di Lorenzo referendario e Raffaele Esposito referendario ed estensore) riuniti mercoledì in camera di consiglio (per lo spazio temporale di 5 minuti la discussione sarà, invece, nel merito) e che con la loro decisione hanno dato priorità alla sicurezza nei porti della Divina. «Considerato che la domanda cautelare proposta e sottoposta all’esame del collegio non appare suscettibile di favorevole apprezzamento in quanto nel bilanciamento dei contrapposti interessi, risulta assolutamente prevalente quello alla sicurezza delle persone e dei mezzi nella navigazione e nella manovra all’interno delle aree portuali», si legge nel dispositivo pubblicato ieri.

«Il provvedimento in questione - proseguono i giudici del Tar - non appare illogico o irragionevole ma anzi volto alla prudente disciplina delle attività svolte nei porti in questione, incidendo peraltro solo in via indiretta su provvedimenti autorizzatori di cui è destinataria la ricorrente, adottati peraltro da altra autorità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA