Influenza e Covid, a Caserta pronto soccorso in affanno: «Attivare piattaforma digitale»

«Non è soltanto la carenza di personale il fattore determinante lo stress dei medici»

L'influenza incalza
L'influenza incalza
di Ornella Mincione
Venerdì 5 Gennaio 2024, 12:30
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«Il Pronto soccorso di Caserta funziona ma con grande sacrificio da parte di tanti lavoratori». A dirlo è il segretario per la dirigenza sanitaria della Uil Fpl Domenico Piperno riferendosi all'attuale stato del punto emergenziale dell'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta. È recente la notizia secondo la quale sono quattro i medici che hanno vinto il concorso e accettato l'incarico presso il nosocomio casertano a rilievo nazionale: «il problema è che due entrano in servizio a gennaio e altri due a febbraio. Dunque, resta il mese di gennaio comunque in affanno per i camici bianchi», spiega il sindacalista della Uil Fpl.

Detto questo, però, Piperno precisa che «non è soltanto la carenza di personale il fattore determinante lo stress dei colleghi del Pronto soccorso. Sono alcuni punti del sistema attuale che potrebbero essere migliorati e che potrebbero determinare un rilevante miglioramento dello stato delle cose». In realtà una serie di proposte da parte della Uil Fpl è stata già fatta alla direzione dell'azienda ospedaliera nel settembre 2022: «ad oggi non ne abbiamo riparlato con la direzione strategica, ma credo che possano essere utili». Al momento i medici del Pronto soccorso si trovano in grande difficoltà, per una quantità importante di pazienti in arrivo al Ps considerato che due dei sei Pronto soccorso del territorio di competenza dell'Asl di Caserta non sono operativi, ovvero quelli di Maddaloni e di Santa Maria Capua Vetere. Ad aggiungersi a questo dato ci sono difficoltà logistiche come, ad esempio, quello di non riuscire a trasferire i pazienti presso i reparti in modo facile e veloce. «I medici si lamentano che costantemente diverso tempo viene dedicato alle telefonate a ciascun reparto per conoscere l'effettiva disponibilità dei posti letto, in modo da trasferire coloro che dal Pronto soccorso devono essere ricoverati. Se ci fosse una piattaforma digitale che in modo oggettivo desse il quadro delle disponibilità, gran parte dello stress e del tempo per questo passaggio verrebbe risparmiato e guadagnato dai medici per concentrarsi sulla cura del paziente», spiega Piperno.
In realtà tale piattaforma esiste, le credenziali di accesso sono disponibili soltanto ai direttori delle unità operative. «C'è poi la necessità di un mediatore tra le famiglie e i medici che possa creare un ponte comunicativo.

Una figura simile, in questo momento, viene ricoperta dalla guardia che sta alla porta d'accesso del Pronto soccorso». 

La proposta del sindacalista è quella di impegnare uno psicologo o un professionista che possa dare informazioni ai contesti familiari senza compulsare e distrarre i medici che sono all'interno del reparto.

Poi «sempre allo stesso fine, si potrebbero attivare i monitor nella sala d'attesa in modo che specialmente i codici bianchi e verdi sappiano quanto tempo devono aspettare per il proprio turno e così poter scegliere anche di andare via». Tra le proposte, inoltre, c'è la necessità secondo il rappresentante della Uil Fpl di «creare un turn over tra gli undici medici turnisti al Pronto soccorso e i dieci turnisti della Medicina d'Urgenza. Si tratta di un'unica unità operativa: per ammortizzare il burn out, ovvero lo stress importante dai turni del Ps, basterebbe creare una turnazione tra i due gruppi di lavoro». In ultimo, «sarebbe davvero necessario attivare il Fast Track annunciato diverse settimane fa: in questo modo parte dei pazienti verrebbero subito dirottati ai reparti e seguiti con cure specialistiche». 

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