Aveva solo sette anni quando si è trovato a prendere una decisione che avrebbe cambiato il corso non solo della sua vita, ma quella di tutta la sua famiglia: Tung Ciotti, oggi 38enne, scelse di sacrificarsi e andare in orfanotrofio per consentire alla mamma e ai due fratelli di sfamarsi. Una situazione di estrema povertà quella in cui la famiglia viveva in un villaggio del Vietnam a tre ore di distanza dalla capitale, Hanoi. «Mia madre parlò a me e ai miei due fratelli, di 14 e 3 anni, dicendoci che non c’era cibo per tutti perciò era necessario che qualcuno di noi tre si sacrificasse e andasse in orfanotrofio con la speranza di un futuro migliore», racconta oggi al Corriere della Sera.
La scelta coraggiosa
Tung rimase due anni in orfanotrofio, poi arrivò l'adozione da parte di una famiglia italiana, del Veneto.
Le radici
Nonostante il successo e la felicità trovati in Italia, Tung ha sentito crescere dentro di sé il desiderio di riscoprire le sue origini e di ritrovare la sua famiglia biologica in Vietnam. La pandemia di Covid-19 e le sue devastanti conseguenze lo hanno spinto a intraprendere il viaggio per riabbracciare sua madre e i suoi fratelli, temendo che potesse essere troppo tardi. Grazie all'assistenza dell'ambasciata vietnamita e all'aiuto di un amico, Tung è riuscito a localizzare la sua famiglia e, dopo un'attesa carica di emozione, nel settembre del 2022, si è riunito con loro in un commovente incontro all'aeroporto di Hanoi.
La famiglia in Vietnam
Questo viaggio non è stato soltanto un'occasione per Tung di riconnettersi con le sue radici, ma anche un modo per far conoscere ai suoi figli la cultura e la famiglia estesa in Vietnam, creando un ponte tra due mondi e due culture. Nonostante la barriera linguistica, Tung e la sua famiglia biologica mantengono un legame stretto, comunicando quotidianamente tramite videochiamate e l'uso di traduttori.