San Francesco Caracciolo, il cammino riparte da Napoli

A Napoli riparte l'iniziativa che unisce turismo lento e sostenibili con le tradizioni culinarie

San Francesco Caracciolo
San Francesco Caracciolo
Lunedì 4 Marzo 2024, 17:01
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Il mese di marzo parte con una bella novità: arriva in città Alla scoperta dei luoghi del Cammino di San Francesco Caracciolo. Si tratta di un’iniziativa di innovazione sociale che prende vita con il turismo esperienziale, solidale, inclusivo, accessibile, ma anche attento al green e al benessere. Le parole chiave del progetto che faranno da collante per ogni tappa sono: arte, cibo, storia, persone, ovvero il bene, il bello e il buono di Napoli in tutte le sue manifestazioni.

Un'idea che nasce seguendo le orme del santo, San Francesco Caracciolo: il compatrono di Napoli che ha ispirato questa avvincente iniziativa sociale. Ogni sabato un appuntamento diverso, per immergersi nella città che fu e che è, una Napoli con il cuore pulsante di San Francesco Caracciolo.

Si parte il 9 marzo alle ore 15.00 (presso Lazzarelle Bistrot, Galleria Principe di Napoli) con La lettera per errore. Cosa aspettarsi? Un viaggio olfattivo e uditivo - ma non solo - grazie al profumo del nero caffè prodotto dalle Lazzarelle nel carcere femminile di Pozzuoli, e il suono delle antiche macchine da stampa del Museo della tipografia...

fino a chiudere - il primo incontro - nell’atmosfera della biblioteca del principe Caracciolo di Avellino.

Gli elementi che caratterizzeranno ogni appuntamento sono tre: l'aspetto sociale, il food e la vita del santo. In questo appuntamento il primo elemento è legato all'attività svolta dalla cooperativa sociale Le Lazzarelle, il secondo al piacere di gustare il caffè da loro prodotto, mentre il terzo elemento portante è quello che ricorda la vita di San Francesco Caracciolo...da scoprire passo dopo passo: un "Cicerone speciale" racconterà alcuni momenti storici della vita del compatrono di Napoli.

Come detto in apertura si tratta di un progetto d'innovazione sociale che coinvolge un turismo esperienziale, solidale, inclusivo ed accessibile. L'aspetto innovativo di questa iniziativa è che avvolge tutti e cinque i sensi: la vista, l'olfatto, il gusto, il tatto e l'udito. Come? Attraverso la condivisione di alcune tappe ricche di unicità. Il primo incontro, grazie al suono delle antiche macchine da stampa del Museo della tipografia, risveglia l'udito e il tatto, mentre - proseguendo attraverso i vari appuntamenti di marzo - si avrà modo di coinvolgere anche l'olfatto e il gusto (ad esempio) in compagnia del maestro panificatore che si ispira al mare: Rodolfo Molettieri. E così via (come riportato di seguito nel programma).

 

I luoghi del Cammino SFC non sono solo luoghi “fisici” ma sono anche quelle realtà umane alle quali il santo, compatrono della città, dedicò gran parte delle sue energie durante la vita, a cavallo fra il ‘500 e il ‘600.
Alla scoperta dei luoghi del Cammino di San Francesco Caracciolo a Napoli è una proposta di esperienze che comprende incontri con la storia e con il presente. L’intento è che lo straordinario patrimonio di storia, arte e cultura arrivato fino a noi dai tempi del Santo (XVI secolo) rimanga attuale. Quindi che continui ad avere senso oggi, attraverso un dialogo - o meglio - un percorso multidisciplinare che entra nelle nostre vite per farne parte. Questo cammino, insomma, fungerà da strumento per dare vita a un'innovazione sociale che avrà un impatto importante sul territorio in termini sociali, culturali ed economici.

I luoghi fisici sono quelli dove San Francesco Caracciolo visse, operò, e dove la sua memoria rimane visibile: Eremo dei Camaldoli, Santa Maria della Misericordiella ai Vergini, Santa Maria Maggiore detta la Pietrasanta, Monteverginella, Incurabili, Cappella del Tesoro.

Sono anche quelli legati - in vario modo - alla sua famiglia di appartenenza: i Caracciolo. Così rientra Palazzo Caracciolo dei principi di Santobono, la chiesa di San Giovanni a Carbonara, Palazzo Caracciolo dei principi di Avellino, Palazzo di Sergianni Caracciolo del Sole (per citarne alcuni).

Infine quelli “immateriali”, dove il presente rimanda al suo apostolato: i carcerati, gli ammalati, i pellegrini senza fissa dimora o immigrati, le periferie. Sono le storie belle della Napoli solidale e inclusiva, che oggi parlano di integrazione, di riconquista della libertà attraverso attività che spaziano dall’artigianato all’enogastronomia.
Già, perché l’enogastronomia non manca mai né può mancare perché - su richiesta della Federazione Italiana Cuochi - San Francesco Caracciolo è stato proclamato Patrono dei cuochi!

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