Spari a Fuorigrotta, il prefetto di Napoli: «Qui innocenti a rischio, ora la rinascita morale»

In arrivo finanziamenti del Viminale: «Così rafforziamo la videosorveglianza»

Il prefetto Michele di Bari
Il prefetto Michele di Bari
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Venerdì 5 Aprile 2024, 23:12 - Ultimo agg. 6 Aprile, 19:15
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Prefetto Michele di Bari, dopo il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, lei ha parlato di rischio «per l’incolumità delle persone innocenti»: a cosa fa riferimento? 
«Quello di giovedì è stato un episodio gravissimo, perché consumato in un posto di raduno di bambini con i genitori. Purtroppo, in uno scenario di assenza valoriale e di povertà educativa di chi decide di sparare colpi di pistola in un parco giochi per bambini, una mamma è stata colpita. Ma simili episodi non devono far pensare che Napoli non sia una città vigilata. Anzi, è vero il contrario». 

In che senso? 
«Tutte le forze di polizia sono in campo quotidianamente per fronteggiare ogni forma di illegalità e i risultati si vedono, a giudicare da blitz e sequestri, arresti e processi che vengono condotti grazie allo spirito di abnegazione di forze dell’ordine e autorità istituzionali».

Eppure, in tanti punti della città si segnalano stese e agguati, con il coinvolgimento di persone estranei ai fatti, di “innocenti” colpiti per errore. È accaduto a Fuorigrotta, di recente in corso Lucci: non crede che serva una svolta?
«In sede di comitato abbiamo fatto il punto su Fuorigrotta, che resta una zona al centro di una serrata attività di vigilanza da parte delle forze dell’ordine.

Bisogna sempre più promuovere mirati controlli di polizia, ma anche stringersi attorno ad un progetto educativo che ponga soprattutto i giovani al centro dell’attenzione di ogni azione culturale. In tal senso, l’arcivescovo Battaglia ha iniziato una meritoria opera». 

In cosa consiste il piano definito ieri in sede di comitato per l’ordine pubblico?
«È stato fatto il punto sugli interventi previsti per quel territorio, sono stati intensificati i servizi straordinari di controllo al fine di prevenire la commissione di ogni forma di reati e di ogni forma di illegalità. Come vede siamo tutti in campo per arginare deprecabili condotte delittuose, come appare evidente anche da un altro dato: nella stragrande maggioranza dei casi, le forze dell’ordine e la magistratura riescono ad individuare i colpevoli e ad assicurare i presunti responsabili alla valutazione di un giudice».

Eppure quella madre rivendica il diritto di veder crescere una figlia senza l’incubo di una sparatoria estemporanea: non crede che, al di là delle performance giudiziarie, sia necessario assicurare a donne e bambini il diritto di vivere al riparo dai colpi di coda del crimine? 
«Certo che credo che quella donna abbia ragione. Come hanno ragione tutte le persone di buona volontà che chiedono sicurezza. Personalmente rivolgo a quella donna ferita a Fuorigrotta la mia solidarietà umana, pronto ad incoraggiare ogni cittadino onesto ad andare avanti fiduciosi nella giustizia e nel lavoro delle istituzioni». 

Uno dei punti emersi dalle indagini è che non tutte le telecamere fossero funzionanti, nonostante la recente riqualificazione dell’area. Come rispondere in termini di efficienza?
«In quella zona, le telecamere hanno rassegnato delle immagini, questo glielo posso assicurare. Poi è chiaro che ben venga ogni altro rafforzamento del sistema di videocontrollo. E le posso anche anticipare che di recente il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha stanziato due milioni per implementare i dispositivi di videosorveglianza».

Nel suo comunicato parla di assenza valoriale e di povertà educativa. A cosa fa riferimento? 
«È l’altra faccia della medaglia. Un certo tipo di violenza non può essere contrastato solo con i mezzi di polizia, perché non basterebbe un agente per ogni cittadino. Bisogna insistere sulla formazione culturale delle giovani generazioni, sul rispetto delle regole e sul patto tra generazioni per tutelare la parte sana del territorio e del cittadino». 

Anche qui parliamo di un progetto di lungo termine, non trova? 
«Ma non partiamo da zero. Perché qui a Napoli ho trovato un terreno arato, grazie ad agenzie culturali di vario tipo: alla scuola, alla caritas, alla chiesa, alle associazioni di volontariato, che fanno un grandissimo lavoro. Guai ad abbassare la guardia, bisogna insistere sul dialogo formativo, per educare i cittadini di domani».

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