Napoli, trenta euro a voto: «Così i clan puntano al seggio europeo»

Un caf nel mirino, sette arresti: volevano un posto da consigliere

Conferenza del procuratore Nicola Gratteri in Procura (NeaPhoto, Renato esposito)
Conferenza del procuratore Nicola Gratteri in Procura (NeaPhoto, Renato esposito)
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Lunedì 6 Maggio 2024, 23:45 - Ultimo agg. 8 Maggio, 08:34
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Puntavano alle elezioni europee, forti di un sistema consolidato: voti comprati grazie a soldi di soggetti in odore di camorra. È questa la sintesi di un’inchiesta-lampo, che fa luce sulle presunte trame politiche della camorra di Ponticelli, finalizzate a piazzare i propri esponenti nel comune vesuviano di Cercola. È qui, a pochi passi da Napoli, che la scorsa primavera alcuni presunti elementi dei De Micco avrebbero comprato voti. Sul tavolo 1800 euro, soldi da distribuire ad una sessantina di elettori: 30 euro al primo turno; 20 euro al ballottaggio. A finire in cella Sabino De Micco, classe 1998, consigliere della sesta municipalità (ex Fdi, partito che ha preso le distanze rispetto al politico rionale) indicato come il grande finanziatore. 

È lui che avrebbe messo sul tavolo 18mila euro, soldi utili per costruire consenso in favore della sorella Giusy (classe 1993), a sua volta conosciuta come “Caf” (era in forza a Europa Verde, anche se viene disconosciuta dai vertici del partito). Alle scorse elezioni, Giusy incasserà 111 voti, un consenso non sufficiente ad accedere in consiglio, mentre il candidato sindaco di riferimento Antonio Silvano porterà a casa solo 2.751 consensi, venendo battuto da Biagio Rossi (sindaco con 4.328 adesioni): Silvano viene iscritto nel registro degli indagati, per lui il gip rigetta la richiesta di arresto avanzata dalla Procura di Napoli.

Inchiesta condotta dai pm Stefano Capuano e Henry John Woodcock, sotto il coordinamento dell’aggiunto Sergio Ferrigno e dello stesso procuratore Nicola Gratteri, che hanno valorizzato il lavoro dei carabinieri di Pantaleone Grimaldi (gruppo di Torre Annunziata) e di Andrea Leo (comandante del reparto operativo del provinciale di Napoli). 

Ma proviamo a mettere a fuoco il ruolo degli altri soggetti coinvolti in questa vicenda: finisce in cella la 50enne Giuseppina De Micco, più volte intercettata mentre sostiene la trama dei fratelli Sabino e Giusy; Antonietta Ponticelli, altra grande elettrice, portatrice di voti, figlia del boss ergastolano Gianfranco Ponticelli; in cella anche Salvatore Capasso e Pasquale De Micco, entrambi ritenuti contigui al crimine locale. Ai domiciliari invece Giovanni De Micco, zio paterno di Salvatore De Micco. Sotto inchiesta anche alcuni soggetti indicati come orbitanti nell’area criminale di Ponticelli, soggetti dello spessore di Carmine Fico, Rosario De Francesco, Adelina Buccini, per i quali il giudice ha rigettato la richiesta di arresti. Difesi dall’avvocato Gabriele Esposito, i fratelli De Micco sono attesi giovedì per l’interrogatorio di garanzia. Tutti i soggetti coinvolti potranno dimostrare la propria versione dei fatti.

La polizia municipale

Ma torniamo alla scorsa primavera, quando in quindici giorni vengono spostati soldi per garantire l’affermazione di Giusy De Micco. I voti arrivano, ma il clan non sfonda, si va al ballottaggio e c’è qualcuno che esulta: «Meglio così, allora il nostro voto vale il doppio». Un’inchiesta nata grazie alla bravura degli agenti di polizia municipale del Comune di Cercola, come ha chiarito ieri il procuratore Gratteri. Un anno fa, Antonietta Ponticelli si recò presso il comune con una ventina di deleghe per ritirare schede elettorali. Fu la stura delle indagini. 

Il capo

Intanto, il procuratore Gratteri, alla vigilia dell’incontro con il ministro Nordio, ribadisce le sue idee in materia di riforma: «Sono contro tutte le riforme, dalla Cartabia in poi. Sono contro la paventata separazione delle carriere e contro l’abolizione della obbligatorietà dell’azione penale: si rischia di esercitare pressione sui pm più giovani, mentre si dimenticano le parti offese. Pensiamo agli anziani, costretti a denunciare una truffa e ad esporsi in prima persona».

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Ma torniamo alle esigenze cautealari. Maggio del 2023, perse le amministrative, Antonietta Ponticelli puntava in alto: «Va bene ora ci si stanno preparando per quelle altre lì... per le Europee...tu con chi stai per l’Europee?»; e l’interlocutore risponde: «Non lo so ancora... dipende poi chi mi viene a chiamare come corrente, sempre di sinistra hai capito, quello Salvini è di destra...». Antonietta Ponticelli cita ancora il leader della Lega in quella conversazione («comunque ti posso tenere in considerazione anche per votare a Salvini»). Doveroso dire che si tratta di parole prive di riscontro e che non c’è stato alcun contatto tra la signora Ponticelli ed esponenti della Lega.

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