L’Adria International Raceway finisce “sotto sigilli”. Amara sorpresa, nel tardo pomeriggio di ieri, per piloti e personale delle squadre corse impegnate a provare il tracciato polesano quando si sono presentati a loro una pattuglia di Carabinieri e personale di vigilanza privata, per bloccare le operazioni in corso. I piloti sono stati invitati ad abbandonare la struttura, lasciando in loco le loro auto da corsa. Per riottenerle si dovranno recare nella giornata odierna in autodromo e dimostrare al curatore fallimentare la proprietà dei mezzi. Disperati alcuni piloti stranieri che alloggiavano all’interno dell’autodromo, costretti a lasciare in fretta e furia l’impianto e trovarsi un’altra sistemazione per la notte. Tra le auto al momento sotto chiave anche quelle della scuderia adriese Bolza Corse.
IL CURATORE
La decisione del curatore fallimentare sarebbe legata al fallimento della società F&M, con sede legale in Roma, gestore della pista. Il buco secondo i documenti ufficiali è di circa 53 milioni di euro. La sentenza di fallimento, pronunciata dal Tribunale di Rovigo, dai magistrati Paola di Francesco, presidente, Nicola del Vecchio ed Elisa Romagnoli quale relatore, porta la data del 21 ottobre 2020. Sono stati nominati curatori fallimentari il dottor Giovanni Tibaldo e l’avvocato Roberto Nevoni, già commissari giudiziali dal momento che nei confronti di F&M era stata aperta , precedentemente, una procedura pre fallimentare.
IL CREDITO
Di ben 40 milioni invece il credito vantato per l’affitto dell’Adria International Raceway. Secondo i giudici fallimentari, l’insolvenza di F&M sarebbe conclamata non solo dall’ingente debito maturato nei confronti di Darma, oltre 47 milioni di euro ma anche da una rilevante esposizione debitoria verso l’erario, pari a circa 5 milioni di euro. Nei conteggio anche i crediti vantati da alcuni professionisti, 163 mila euro, e altri creditori 715 mila euro circa. Una situazione per il tribunale di Rovigo di irreversibile dissesto finanziario. L’immobiliare Darma, società di gestione del risparmio con sede in Milano, ancora il 23 gennaio 2020, aveva presentato dichiarazione di fallimento nei confronti di F&M. La procedura ha interessato dapprima gli uffici del Tribunale di Roma
IL FUTURO
«La F&M - aveva precisato Cavallaro - non è proprietaria dell’autodromo ma è semplicemente quotista del Fondo Ermes. L’attività dell’autodromo pertanto proseguirà. La Darma inoltre non aveva titolo per chiedere il fallimento. La stessa istanza è stata avanzata senza l’approvazione dell’assemblea. I quotisti non volevano il fallimento di F&M. Darma pertanto non è stata legittimata ad agire. Si è mossa senza i poteri stabiliti dalla legge.