La Corte d'appello di Trieste ha accolto oggi la richiesta di concordato nel processo a carico di Emanuela Petrillo, l'ex assistente sanitaria di Spresiano (Treviso), accusata di aver finto di iniettare vaccini a centinaia di bambini tra il 2009 e il 2017 tra Friuli e Veneto. Si dimezza dunque la pena inflitta alla donna in primo grado, che passa così da 8 anni e 6 mesi a 4 anni di reclusione. Inizialmente Petrillo era stata accusata di peculato, omissione di atti d'ufficio e falso ideologico.
Le misure alternative
Nel tempo alcuni capi d'accusa erano però caduti in prescrizione.
La sentenza
La sentenza di primo grado era stata emessa dal Tribunale di Udine a inizio marzo 2022. Emanuela Petrillo era accusata in relazione alle sedute vaccinali effettuate al distretto di Codroipo e a San Daniele e Udine, dal 2009 al 2015, e all'Ulss 2 di Treviso, dove si trasferì e lavorò fino al giugno 2017, quando fu denunciata e licenziata per giusta causa. Nell'autunno 2021 Petrillo era stata condannata dalla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per il Friuli Venezia Giulia, al pagamento di 550mila euro a favore dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc). La Procura aveva stimato un danno erariale per oltre 660 mila euro, poiché sulla sanità regionale erano gravati i costi di «una complessa attività rimediale, sostanzialmente finalizzata all'esecuzione di nuove somministrazioni vaccinali nei confronti della popolazione infantile ritenuta interessata dal disservizio».