Aldo Moro, il Comune di Maglie sbaglia la foto sui manifesti: al suo posto l'attore Gifuni. La gaffe e le scuse del sindaco

Il primo cittadino, Ernesto Toma: "La nostra colpa è non aver controllato il manifesto. Chiediamo scusa alla famiglia dello statista e a tutti i cittadini"

Aldo Moro, il Comune di Maglie sbaglia la foto sui manifesti: al suo posto l'attore Gifuni. La gaffe e le scuse del sindaco
Aldo Moro, il Comune di Maglie sbaglia la foto sui manifesti: al suo posto l'attore Gifuni. La gaffe e le scuse del sindaco
di Maurizio Tarantino
Martedì 7 Maggio 2024, 19:24
2 Minuti di Lettura

Scivolone a Maglie, il Comune sbaglia la foto di Aldo Moro sui manifesti. Al suo posto quella dell'attore Fabrizio Gifuni che ha interpretato il politico e giurista italiano ucciso per mano delle Brigate Rosse.

Un errore per la città che ha dato i natali a Moro e che ha già alimentato le polemiche social (anche se il post sulla pagina facebbok del Comune è poi stato rimosso). La città è stata tappezzata di manifesti per ricordare la morte del suo più illustre concittadino, nel suo 46esimo anniversario (9 maggio 1978, a Roma, 55 giorni dopo il sequestro avvenuto il 16 marzo precedente in via Fani, sempre nella capitale).

I manifesti affissi sulle plance a Maglie

Sul manifesto del Comune di Maglie la foto di Fabrizio Gifuni, uno degli attori che ha interpretato Moro nella serie tv “Esterno Notte” di Marco Bellocchio.
 

La risposta del sindaco

«Chiedo scusa: aver sbagliato la foto dell’illustre cittadino di Maglie, Aldo Moro, nel manifesto del Comune per ricordare il 46° anniversario del suo assassinio è un errore gravissimo!. Così il sindaco Ernesto Toma interviene sullo scivolone. «A nulla servirebbe aggiungere che i responsabili dell’errore non sono da ricercare all’interno dell’Amministrazione cittadina, perché vista l’importanza della ricorrenza avremmo dovuto, comunque, scegliere noi direttamente la foto di Aldo Moro da utilizzare.

Non averlo fatto ci spinge a un gesto di responsabilità che è quello di chiedere scusa alla famiglia dello statista e a tutti i cittadini».

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