Salerno, apre al Ruggi l'ambulatorio di medicina di genere: a lavoro una equipe multidisciplinare

Terapie ed aiuto a chi vuole cambiare il proprio genere: è il terzo ambulatorio pubblico in Italia

Un ambulatorio per la curta transgender
Un ambulatorio per la curta transgender
di Monica Trotta
Domenica 5 Novembre 2023, 06:25 - Ultimo agg. 09:26
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Un ambulatorio pubblico per sostenere coloro che intendono cambiare sesso, un percorso alla luce del sole contro ogni stigma e pregiudizio. È stato attivato all’ospedale Ruggi nell’ambito di un progetto più ampio volto alla valorizzazione della medicina di genere, la medicina cioè che tiene conto delle differenze biologiche degli individui nella prevenzione e nella cura delle malattie. In questo che si chiama appunto Ambulatorio di medicina genere si è deciso di dare un supporto concreto alle persone transgender.

Qui ci si reca per la somministrazione di farmaci tipo testosterone o estradiolo necessari nel processo di cambiamento del sesso, ma più in generale si è voluto creare un ambulatorio multidisciplinare dove incontrare una serie di specialisti con cui confrontarsi che insieme prendono decisioni terapeutiche sulla singola persona considerata nel suo insieme. 

«Nel 2020 l’Agenzia italiana del farmaco Aifa ha previsto l’inserimento dei medicinali che vengono utilizzati nel processo di virilizzazione di uomini transgender così come in quello di femminilizzazione di donne transgender, tra quelli a totale carico del Servizio sanitario nazionale – spiega la professoressa Fiorella Filippelli, responsabile dell’unità operativa complessa di Farmacologia clinica presso il Ruggi e coordinatrice dell’ambulatorio di medicina di genere – L’ospedale Ruggi è stato individuato come centro prescrittore dei farmaci per il cambio di sesso con la necessità però che un’equipe multidisciplinare segua tutto il percorso terapeutico della persona che si rivolge all’ambulatorio, visto che tali somministrazioni possono esporre a gravi problematiche e rischi.

L’utenza è in crescita. È necessario che nessuno si nasconda ma sappia di poter trovare un supporto». 

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All’ambulatorio del Ruggi afferiscono medici della struttura ospedaliera con diverse specializzazioni e che formano l’equipe multidisciplinare: cardiologi, dermatologi, endocrinologi, ginecologi, infettivologi, nutrizionisti, oncologi, ostetrici, pediatri, chirurghi, una psicologa, assistenti sociali, una farmacista, internisti, ostetriche, psichiatri, urologi, infermieri, una componente dello staff di direzione.

«È uno dei pochi ambulatori di questo tipo in Italia ed è stato fortemente condiviso dal direttore generale del Ruggi Enzo D’Amato – aggiunge la Filippelli – Lavoriamo in pieno raccordo con l’ambulatorio di Disforia di genere dell’Asl al cui interno operano le dottoresse Castellano e Grandinetti, che aiuta con interventi di sensibilizzazione e supporto psicologico le persone transessuali, omosessuali e le loro famiglie». Ma l’obiettivo è più ampio e su questo sta lavorando il tavolo tecnico sulla medicina di genere istituito all’interno dell’ospedale Ruggi. Già nel 2019 il ministero della Salute ha riconosciuto la necessità di un piano per la diffusione della medicina di genere «per garantire la qualità e l’ appropriatezza delle prestazioni erogate» attraverso una serie di iniziative e progetti rappresentati da «percorsi clinici, la ricerca e l’innovazione, la formazione e l’aggiornamento professionale, l’informazione».

«Occorre mettere in luce le differenze in medicina tra i generi e far crescere la cultura della differenza di genere – prosegue Filippelli – Molti farmaci ad esempio vengono sperimentati soltanto sugli uomini per cui a volte non si sa quali eventi avversi possono aversi nelle donne. Occorre far crescere tutti i tipi di studi sulla medicina di genere per una corretta prevenzione e per la individuazione della terapia più appropriata per ognuno».

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