Salerno, dall'assessorato alla missione in Congo: l'impegno della Falcone per i bimbi di Kimpanga

L'assessore al Comune di Salerno, Gaetana Falcone, in missione nel Congo

L'assessore Falcone in missione in Congo
L'assessore Falcone in missione in Congo
di Gianluca Sollazzo
Martedì 20 Giugno 2023, 06:15
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«Siamo rimasti senza batteria. E la rete internet è lontana». Dal cuore dell’Africa anche una telefonata è una corsa a ostacoli. Ciò che è scontato, lì si carica di un valore diverso che sa di impresa. Nel villaggio di Kimpanga, nella Repubblica Democratica del Congo, c’è un pezzo di Salerno che prova a lottare contro l’assenza di tutto. «Abbiamo attaccato internet, siamo collegati non sempre, spesso la nostra batteria serve per esigenze superiori e ne rimaniamo sprovvisti. Ma ci sono necessità di sopravvivenza che vanno al di là del restare collegati con i nostri familiari». Gaetana Falcone, assessore all’istruzione del Comune di Salerno, sta vivendo la sua esperienza missionaria in Congo con un gruppo di docenti. A guidarle è padre Emery Ngamasana Sanduku, originario proprio di Kimpanga, nella diocesi congolese di Idiofa, da poco vice parroco nella chiesa di Santa Maria ad Martyres, a Torrione. Dopo due giorni di viaggio su strade sterrate è arrivata nel villaggio dove tutti i bambini l’hanno già soprannominata “mamma Kimpanga”, mamma di tutti. I suoi sforzi sono ripagati con l’affetto di tutta la comunità di questo posto nel cuore del continente africano. Oggi la posa della prima pietra di una struttura sanitaria a Lwamba.

«Mi trovo nella provincia di Kwilu, a ottocento chilometri dalla capitale – racconta la Falcone - Abbiamo fatto un giorno di jeep su strade sterrate. Un viaggio difficile, pesante. Però alla fine ci hanno accolto meravigliosamente. Sabato abbiamo portato dei farmaci in una struttura ospedaliera e la dottoressa ci ha ringraziato perché c’erano bambini senza medicine bisognosi di cure. Ripartiremo il 27 giugno e torneremo in Italia con tanta voglia di continuare la nostra missione. Vorremmo realizzare un impianto di raccolta di energia idraulica – dice - cosìanche durante la stagione delle piogge, potremo avere energia per realizzare una sala computer». L’obiettivo? Spalancare ai bambini di Kimpanga il valore della conoscenza e dell’istruzione. «Vogliamo far capire ai ragazzini del posto quanto è importante studiare ed essere alla pari dei loro compagni di altri continenti», continua. L’esperienza missionaria della Falcone, insegnante-sindacalista e presidente della Onlus “Pueri gaudium”, nasce nel 2014. «Un prete congolese ci ha detto qual è la sua realtà e ci ha invitato nella sua terra, abbiamo visto una estrema povertà – racconta la Falcone - Abbiamo deciso di intervenire non con la solita carità ma dando strumenti per una costruzione di un futuro. E subito abbiamo cominciato a costruire una scuola comprando una macchina per realizzare mattoni». “Mamma Kimpanga” ha lasciato il Comune a inizio giugno. Partita da Salerno con borsoni e pacchi carichi di medicinali insieme ad altre docenti della sua associazione, sta lottando contro la totale miseria di un angolo di mondo che ha bisogno di tutto. «Il popolo congolese ad oggi conta 50 milioni di abitanti e nel giro di dieci anni raggiungerà i 100 milioni – sottolinea l’assessore - Non possono vivere in questa condizione di povertà. Il mondo si deve attivare perché non possiamo accettare che questi bambini, un giorno, per arrivare in Europa, rischino di diventare prigionieri dei traffici di esseri umani». La linea internet cade a più riprese. Falcone risponde a distanza di giorni con messaggi audio via WhatsApp, perché telefonare è quasi impossibile. Il suo pensiero fisso è dare ai bambini di quel villaggio, dove oggi tutti la amano, un futuro. «La scuola è l’unico modo per tirare su questo popolo – ammette - senza cultura resteranno sempre imprigionati nella loro realtà. Qui ci sono scuole primarie, poche secondarie, i bambini fanno 20 chilometri a piedi per raggiungerle». La stanchezza a fine giornata si fa sentire. «Ma mi stanca il non poter fare quello che serve - riconosce - Cosa mi lascia questa esperienza? Il non poter fare quello che serve. Non si riesce a raccogliere tutte le forze, perché qui ci sarebbe tanto da lavorare».

 

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