Salerno, superato il picco dell'influenza ma l'attenzione resta alta

I medici avvertono: si possono prendere anche più virus in contemporanea

Raggiunto il picco dell'influenza
Raggiunto il picco dell'influenza
di Sabino Russo
Domenica 14 Gennaio 2024, 06:45
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Superato il picco dell’influenza nell’ultima settimana del 2023, la stagione influenzale è tutt’altro che finita. I virus ci terranno compagnia almeno fino alla metà di febbraio. E se dall’1 al 7 gennaio 2024 sono stati circa 18mila i salernitani a letto, dopo la punta di 36mila di qualche settimana fa, prima di archiviare quella definita da più parti «la peggiore influenza degli ultimi 15 anni» dovremo aspettarci più o meno altrettanti contagi di quelli registrati finora. La significativa riduzione dell’incidenza nella fascia d’età più giovane, che è quella che contribuisce per gran parte al numero di casi simil-influenzali in termini assoluti ci fa pensare, salvo eventuali ritardi nella segnalazione, che effettivamente il picco è stato raggiunto. Dobbiamo però considerare che l’epidemia disegna una curva «a campana», perciò nei fatti quando si è al picco si è solo a metà dell’opera e dunque avremo una curva che scenderà, ma con una quantità di casi comunque elevata nel prossimo futuro. Insomma non è finita.
PRIMO BILANCIO
L’influenza quest’anno ha picchiato duro. E anche se dunque la stagione è tutt’altro che conclusa, è possibile cominciare a fare i primi (cauti) bilanci. La prima informazione che emerge è che la stagione influenzale si stia normalizzando, rispetto agli anni passati. Non tanto in termini di incidenza - che effettivamente quest’anno è stata più elevata rispetto agli anni passati - quanto piuttosto nell’andamento dei casi osservati. Gli scorsi anni si sono osservati, per così dire, dei picchi anticipati, collegati alle riaperture dopo il lockdown, con aumento di incidenza in autunno. Cui ha contribuito, verosimilmente, anche il sovrapponibile comportamento osservato per il virus respiratorio sinciziale. L’andamento dell’attuale stagione, in questioni termini, è più normale rispetto agli anni passati, anche se spicca nei dati un notevole aumento dei casi, raggiungendo nell’ultima settimana del 2023, valori mai raggiunti nelle passate stagioni. Sono stati toccati e superati, in provincia i 35 casi per mille assistiti a settimana, per poi cominciare a scendere con l’inizio del nuovo anno, soprattutto per quanto riguarda i casi di influenza, i più comuni, mentre sono rimasti sostanzialmente invariati i casi di Sars-CoV2 e Rsv notificati. Passato il picco, l’andamento si mantiene sostenuto, anche se intenso non significa anomalo. D’altronde anche a livello aneddotico, magari, abbiamo tutti fatto esperienza di quando comune fosse avere amici o parenti malati durante le festività natalizie. Molti alle prese con Covid. Abbiamo, ormai, a che fare con un nuovo virus respiratorio sempre presente nei monitoraggi, Sars-CoV2, che si aggiunge a tutti gli altri conosciuti da tempo - dai rhinovirus, ai coronavirus già noti, agli adenovirus, ai virus dell’influenza o al metapneumovirus - pari a circa il 20 per cento dei virus rivelati nelle ultime settimane. Di fatto, l’arrivo del Covid ha aggravato - soprattutto a partire dagli adulti con più di 45 anni - il numero di persone infettate da virus respiratori. Nei bambini, infatti, continuano a essere largamente dominanti, soprattutto in termini di complicazioni (come bronchioliti che danno insufficienza respiratoria) il virus respiratorio sinciziale, soprattutto tra i piccoli con meno di due anni, e l’influenza. Nei giovani adulti l’influenza è il virus respiratorio predominante.

È possibile la presenza contemporanea di più virus.

Non si tratta, però, di un fenomeno in grado di incidere significativamente sulla gravità dei sintomi, o meglio, non è ancora appieno noto il significato clinico. Alcuni lavori suggeriscono che i sintomi siano più gravi, altri che possano essere addirittura più lievi o nella norma. Senza considerare che, anche in caso di coinfezioni, alcuni virus hanno verosimilmente un peso maggiore di altri, come potrebbe accadere in presenza di rhinovirus o Rsv.

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