AstraZeneca, donna rimasta «invalida dopo la sperimentazione» del vaccino va causa alla casa farmaceutica: il caso negli Usa

La Dressen avrebbe sviluppato una neuropatia periferica post-vaccino

Astrazeneca, prima causa al vaccino negli Stati Uniti: la storia di Brianne Dressen rimasta invalida dopo sperimentazione
Astrazeneca, prima causa al vaccino negli Stati Uniti: la storia di Brianne Dressen rimasta invalida dopo sperimentazione
di Marta Giusti
Martedì 14 Maggio 2024, 11:49 - Ultimo agg. 13:20
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Brianne Dressen, ex insegnante 42enne dello Utah, ha recentemente intrapreso una battaglia legale contro la gigante farmaceutica AstraZeneca, accusando l'azienda di averle causato disabilità permanenti a seguito della sua partecipazione a una sperimentazione clinica per il vaccino anti-Covid nel 2020. La notizia, riportata dal Telegraph, segue di pochi giorni lo storico risarcimento riconosciuto a una donna in Marocco sempre per presunti effetti collaterali permanenti dovuti al vaccino AstraZeneca. La causa, ritenuta la prima di questo genere negli Stati Uniti, getta nuove ombre sull'azienda farmaceutica che ha recentemente ritirato il vaccino in Europa e che nel Regno Unito sta affrontando un’azione legale collettiva intentata da più di 50 persone. 

Gli effetti indesiderati

La Dressen sostiene di aver sviluppato una neuropatia periferica, una grave condizione neurologica caratterizzata da dolore, intorpidimento e una fastidiosa sensazione di spilli e aghi nella pelle, a seguito della vaccinazione ricevuta nel 2020. Il disturbo è stato collegato in maniera specifica al vaccino ed è stato classificato come “neuropatia post-vaccino”. Per molto tempo la donna è rimasta in un letto d'ospedale, attaccata a una flebo e con gli occhi chiusi per cercare di sopportare il dolore. Questa condizione non le ha consentito per molto tempo di lavorare. «Ho sempre questa orribile sensazione di spilli e aghi che mi attraversano il corpo, dalla testa ai piedi, 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana», ha affermato.

 

La causa

Il cuore della disputa giudiziaria ruota attorno a una presunta violazione di AstraZeneca del contratto fatto firmare alla Dressen, nel quale l'azienda si impegnava a coprire le spese mediche per gli eventuali danni causati dal vaccino: una promessa che, secondo la donna, non è stata mantenuta. Di conseguenza, le spese mediche per l'ex insegnante sono diventate esorbitanti, modificando radicalmente il suo tenore di vita. La denuncia, presentata a un tribunale dello Utah, riporta che la signora Dressen è diventata «l'ombra di se stessa: incapace di lavorare, incapace di svolgere qualsiasi attività atletica, incapace di fare il genitore come faceva un tempo e incapace di guidare per più di qualche isolato».

AstraZeneca non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito alla questione. 

Il precedente in Marocco

Negli scorsi giorni, con una sentenza storica, è stato riconosciuto un risarcimento di 23 mila euro a una donna che ha avuto complicazioni dopo il vaccino Astrazeneca in Marocco. Alla querelante sono andati esattamente 250 mila dirham marocchini per la paralisi del viso e degli arti inferiori, presumibilmente associata al vaccino. Il Marocco ha impiegato milioni di dosi del vaccino AstraZeneca, in linea con l'utilizzo avvenuto in altri 150 paesi in tutto il mondo: in questo caso, infatti, è stato condannato lo Stato al risarcimento. Arrossamento, parestesie e vampate di calore. Sono questi i sintomi che la donna lamentava subito dopo la vaccinazione. Dieci giorni dopo, ha sviluppato dolore alle gambe. È stata a quel punto trasferita in ospedale. Le sue condizioni in seguito sono peggiorate: paralisi degli arti inferiori, intorpidimento, forte dolore e paralisi facciale. Qui il ricovero all'ospedale Souissi di Rabat, dove le è stata diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré.

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