Napoli, il cambiamento climatico raccontato in 3D da Vivara

Così il Distar della Federico II crea un modello geo-archeologico in grado di mostrare come la natura risponda ai cambiamenti climatici in atto

Il 3D di Vivara
Il 3D di Vivara
Mercoledì 6 Dicembre 2023, 16:57
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Un’occasione unica: osservare come la natura risponda, autonomamente, ai cambiamenti climatici in atto e all’incremento dei fenomeni meteorologi estremi. Per farlo la Riserva Naturale di Stato Isola di Vivara, che ha riaperto lo scorso maggio alle visite guidate ambientali, ha avviato un progetto di digitalizzazione 3D che trasforma gli 0,4 chilometri quadrati, collegati da un ponte all’isola di Procida, in un modello geo-archeologico del patrimonio emerso e sommerso, con potenziali vantaggi per la sua protezione idrogeologica e per le linee di ricerca sulle conseguenze del climate change sull’isolotto e, in generale, su luoghi non antropizzati.

Lo studio darà vita a una prima «copia digitale» dell’isola di Vivara ponendo le basi metodologiche ad un approccio moderno allo studio dei territori e dei fenomeni complessi e, come sottolinea Nicola Scotto Di Carlo, coordinatore del Comitato di Gestione della Riserva – «aiuterà a tutelare gli habitat protetti e le emergenze archeologiche, favorendo una registrazione dei mutamenti ambientali all’interno di uno spettro di interesse più esteso della sola riserva».

L’attività è frutto di un accordo di collaborazione tra la Riserva e il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse dell’Università degli Studi di Napoli Federico II: per il rilievo tridimensionale sono stati utilizzati Lidar da drone, laser scanner terrestri, sistemi fotogrammetrici, sensori termografici, scanner a luce strutturata, gestiti in maniera integrata.
«Le nostre attività hanno prodotto modelli numerici georiferiti e allineati all’interno di un unico spazio virtuale in modo da supportare processi di analisi di aree specifiche dell’isola a diversi gradi di risoluzione sia emerse che sommerse», spiega Leopoldo Repola, esperto di modellazione tridimensionale e design della comunicazione e professore al Distar della Federico II, che ha coordinato il progetto.
«Abbiamo estratto e stiamo estraendo informazioni geospaziali relative alla geologia, alla botanica, all’archeologia, e di processarli all’interno di piattaforme digitali di analisi e visualizzazione dei modelli», aggiunge Repola.

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Le prime attività, realizzate dall’equipe Distar e con il supporto della Lega Navale di Procida, hanno già consentito un’analisi delle criticità e dei fattori di rischio del sistema idrogeologico dell’isola di Vivara e sono state condotte all’interno di piattaforma Gis, implementata per la gestione e la conservazione dei dati.
«Ma i modelli saranno ottimizzati per definire un articolo piano conoscitivo a supporto di più estesi interventi di tutela, di valorizzazione e di fruizione dell’isola», conclude Repola.

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